Abbiamo una strada, abbiamo una meta
Mentre noi facciamo festa, un pensiero mi ferisce il cuore: fuori è notte e nella notte, anche in questo momento, tanti corrono, corrono e cercano. Che cosa cercano? Cercano la felicità, così dicono, ma instancabilmente la cercano e inesorabilmente non la trovano e continuano a cercare bruciando gli anni, consumando la vita per arrivare a dire, come Ernest Hemingway: “il tutto è niente e il niente è tutto”. Conclusione amara! O per dire come Giuseppe Prezzolini: “Eccomi qui alla fine dei miei anni: solo, stanco, disperato, senza che qualcuno mi dica da dove vengo e dove vado”.
Quanto vorrei risparmiare ai giovani tanta vana ricerca e tanto affanno sterile! Noi Cristiani sappiamo che la felicità c’è e la felicità ha un recapito, la felicità ha un domicilio: il recapito della felicità si chiama Betlemme, perché Betlemme è la casa di Dio, il luogo scelto da Dio, è la culla di Dio. E senza Dio non saremo mai felici.
Per questo abbiamo disperatamente bisogno di Betlemme: perché se a Betlemme non ci fosse Dio, il mondo sarebbe soltanto una stalla, il mondo sarebbe una capanna, il mondo sarebbe una greppia e noi saremmo gente senza meta.
Ma a Betlemme È NATO DIO; NELLA NOSTRA POVERTÀ È NATO DIO; NELLA NOSTRA DISPERAZIONE DIO SI È FATTO VICINO.
ALLORA ECCO L’AUGURIO, ECCO LA PREGHIERA: ANDIAMO A BETLEMME, PRENDIAMO LA STRADA DI BETLEMME.
(Cardinale Angelo Comastri)