COME UN FIORE
Avete inteso che fu detto… ma io vi dico. Gesù entra nel progetto di Dio non per rifare un codice, ma per avere il coraggio del sogno. E come è possibile?
Anche Maria quel giorno lo chiese all’angelo, ma poi disse a Dio: “sia fatta la tua volontà, modellami come tenera argilla, trasformami il cuore”. E ha partorito Dio.
Gesù non è né lassista né rigorista, non è più rigido o più accondiscendente degli scribi: lui fa un’altra cosa, prende la norma e la porta avanti, la fa schiudere come un fiore, nelle due direzioni decisive: la linea del cuore e quella della persona, tornando alla sorgente. Ritorna al cuore e guariscilo, solo così potrai curare i tuoi gesti! Ritorna al cuore e custodiscilo, perché è la sorgente della vita.
Gesù porta a pienezza la legge a favore dell’interiorità. Cos’è la legge morale allora? Lo ascolti e capisci che la norma è salvaguardia della vita, custodia di ciò che ci fa crescere o diminuire in umanità.
La linea del cuore. Fu detto: non ucciderai; ma io vi dico: chiunque alimenta rabbie e rancori, è già in cuor suo un omicida. Gesù risale alla radice prima, a ciò che genera la morte o la vita. E che san Giovanni esprimerà in un’affermazione colossale: «Chi non ama suo fratello è omicida» (1Gv 3,15). Tradotto: chi non ama uccide. Non amare qualcuno è togliergli vita, non amare è un lento morire. Non solo: è incubazione di violenza e omicidi.
Ma io vi dico: chiunque si adira o disprezza il fratello, è sulla linea di Caino. Gesù mostra i primi tre passi verso la morte: l’ira, l’insulto, il disprezzo, tre forme di omicidio.
Non giurate!. Dal divieto del giuramento, al divieto della menzogna: se tu torni alla sorgente della vita, il tuo dire sarà inevitabilmente sì, sì; no, no. Dì la verità sempre, e non servirà giurare.
La linea della persona. Se guardi una donna per desiderarla sei già adultero. Non è il desiderio ad essere condannato, ma quel ‘per’, vale a dire che se ti adoperi con gesti e parole allo scopo di sedurre o manipolare l’altro, tu pecchi contro la grandezza e la bellezza di quella persona. Le rubi il sogno di Dio e l’immagine sua, perché in quel modo immiserisci una creatura che invece è abisso e cielo, profondità e vertigine.
Pecchi non contro la morale, ma contro la nobiltà, l’unicità, il divino di quella persona stessa.
Lo scopo della legge morale, quindi, non è altro che custodire, coltivare, far fiorire l’umanità della persona.
È un unico salto di qualità quello che Gesù propone, una svolta: passare dalla legge alla persona, dall’ esteriorità all’interiorità, proprio là dove nascono i grandi “perché” delle azioni.
Allora il Vangelo è facile, umanissimo, felice, anche quando dice parole che danno le vertigini. Non aggiunge fatica, non cerca eroi, ma uomini e donne veri. Fiori belli che sbocceranno e profumeranno l’aiuola dove la vita li ha seminati.
(Commento a cura di Padre Ermes Maria Ronchi)