Il Corpo di Cristo: accolti con Misericordia, raccolti nella Carità, donati al mondo per la Giustizia
Nella festa del Corpus Domini leggiamo il racconto di Luca che narra il gesto miracoloso con il quale Gesù sfama la folla con i cinque pani e i due pesci offertigli dagli apostoli. In una zona deserta viene preparato un banchetto in cui tutti quelli che seguono Gesù sono invitati a prenderne parte. I Dodici apostoli, che precedentemente erano stati inviati in missione ora sono chiamati ad essere servi di questo pasto conviviale. Non viene chiesto loro semplicemente di procurare del cibo ma di essere protagonisti insieme con Gesù del dinamismo dell’amore fraterno attivato dalla forza dello Spirito Santo. La sua ispirazione suggerisce scelte di vita che ci fanno diventare pane per gli altri, in modo da ricordare che solo vivendo per gli altri possiamo anche vivere pacificamente in mezzo agli altri.
Gesù, inviato del Padre e primo missionario, accoglie e raccoglie. I Dodici, mandati tra la gente per evangelizzare e accolti da Gesù per trovare riposo, devono sempre coniugare l’onore di servire Dio alla consapevolezza che rimangono parte della folla bisognosa di essere evangelizzata e guarita. Lo stile missionario di Cristo e del cristiano è caratterizzato innanzitutto dall’accoglienza, ovvero dal venir incontro alle persone prima ancora che ai loro bisogni. La fede cresce di pari passo con l’adesione alla volontà di Dio e all’appartenenza alla comunità nella quale si vive da servi. All’economia della convenienza Gesù sostituisce quella del dono e della condivisione.
Cinque pani e due pesci, non è solo tutto quello che abbiamo ma anche tutto quello che siamo. Siamo poca cosa rispetto ai bisogni del mondo; eppure, se con fiducia diamo tutto ciò che siamo alla fine ci ritroviamo arricchiti di tutto. Ciò che si riceve è molto di più di quello che si possiede. Per aver dato cinque pani e due pesci, poco rispetto alla fame della gente e dei discepoli stessi ma tutto quello che avevano, ricevono molto di più di quello di cui si erano privati.
Cinque pani e due pesci, è il necessario per il quotidiano, come la manna che veniva raccolta nel deserto nella misura bastevole per un giorno. Cinque pani e due pesci, segno della provvidenza di Dio, non da accumulare ma da offrire con riconoscenza e da condividere con generosità. Cinque pani e i due pesci offerti sono il segno della forza e del potere del vangelo che guarisce dall’egoismo e dall’avidità e converte il cuore alla fiducia nella provvidenza di Dio, alla speranza che muove alla carità fraterna. Cinque pani e i due pesci sono l’elemosina fatta nel segreto del cuore che, offerta a Dio, diviene divina provvidenza per i fratelli.
Celebrando l’Eucaristia annunciamo a noi stessi e al mondo la Pasqua di Gesù, nostra speranza. Nell’Eucaristia siamo un popolo di sacerdoti che offre il culto spirituale ponendo nelle mani di Dio la propria vita. Ci si unisce al sacrificio di Cristo sulla croce che ha detto: «Padre nelle tue mani consegno la mia vita». Il sacerdozio non è una funzione ma uno stile di vita nella quale l’annuncio del Vangelo e la cura ai fratelli scaturiscono dalla preghiera.
Nell’Eucaristia, la forma più alta di preghiera, ci lasciamo accogliere e raccogliere da Gesù, apriamo il cuore per raccontargli le esperienze di vita e presentargli le necessità del mondo, instauriamo un dialogo fatto di (pro)vocazione e risposta, ci lasciamo coinvolgere nel dinamismo dell’amore. La Parola di Gesù, sebbene possa risultare dura da masticare e da comprendere, è come pane spezzato per essere mangiato a piccoli bocconi. Il Vangelo può essere vissuto giorno per giorno nella quotidianità della vita. Spezzare il pane significa mettere una piccola dose di bontà in ogni cosa che facciamo.
(Commento a cura di Don Pasquale Giordano)